Concerti
IL CANTO DELLE DONNE. Viaggio nella parola musicale femminile dal medioevo a Patti Smith

Francesca Breschi: voce, harmonium indiano, loop
Andrea Felli: tastiere
Massimo Marches: chitarre

Progetto realizzato in collaborazione con il Teatro ELFO/PUCCINI di Milano.

Da un'idea di Francesca Breschi
Arrangiamenti di
Francesca Breschi e Andrea Felli

Presentato al Teatro Elfo/Puccini di Milano il 17 maggio 2010 e il 18 ottobre 2010

Esiste un mondo musicale e poetico declinato al femminile?

Da questa domanda parte una ricerca in un universo sonoro sommerso dal quale emergono figure imponenti come la mistica Hildegard Von Bingen, i canti ciclici quasi minimalisti del codice de Las Huelgas, le impennate melismatiche di Barbara Strozzi e la dolce disperazione di Maddalena Casulana o la sublime scrittura di Francesca Caccini, la profondità e modernità di pensiero di Clara Schumann, per citarne alcune.

Scrittura musicale e poetica femminile che sommessamente e in punta di piedi arriva fino a noi per continuare a commuoverci.

 

In parallelo, dove non si scrive, nella tradizione orale le voci femminili con i loro canti continuano a scandire il ritmo della vita e ad inventare parole e musica.

 

Anche altre voci, più vicine a noi, continuano a parlarci: Giovanna Marini, Rosa Balisteri, Caterina Bueno, Patti Smith, Miriam Makeba...

 

Un viaggio della voce nell’universo parallelo di grandi menti musicali e sensibilità poetiche.

Vi si entra in punta di piedi cercando l’anima di ogni nota e parola per rendere nuova vita attraverso una personalissima elaborazione ed interpretazione.





Francesca Breschi: voce


Archaea Strings

Mauro Fabbrucci: violino
Vieri Bugli: violino
Marcello Puliti: viola
Damiano Puliti: violoncello
Filippo Pedol: contrabbasso

Prima rappresentazione:
Festival Internazionale
XXème rencontres de chant poliphonique
15 Settembre 2010, ore 21,30
Cathédrale de Calvi, Corsica


Una voce e cinque strumenti ad arco:
pensando ad un organico così composto ciò che viene subito alla mente è un repertorio antico, affascinante, avvolgente e carico di storia.

Ma se accanto a brani di un qualche struggente lamento di Monteverdi e  a canzoni d’autore, sublimi nella loro semplice raffinatezza, accostiamo brani della nostra tradizione profonda così come di altri Paesi "parenti" come la Corsica o più lontani come l’Armenia, e chiediamo poi a musicisti come Giovanni Sollima, Giovanna Marini, Jean Claude Acquaviva, Nicola Piovani, Riccardo Tesi e altri di pensare a questo humus sonoro e a questo organico specifico, allora il risultuato naturale che ne scaturirà sarà una “nuova scrittura di tradizione” che tende un arco tra passato e futuro, fra mondi legati ai riti del lavoro e delle stagioni e ad altri di costruzione armonica elaborata, fra la parola antica e rituale alla nuova poesia in musica


Francesca Breschi, da molti anni ormai impegnata in una sua profonda ricerca in divenire sulla voce che tocca sonorità estreme di brani di tradizione orale così come quelle più morbide e rotonde della musica antica passando dalla voce teatrale alle più estreme sperimentazioni elettroniche, incontra la forza espressiva e ritmica degli Archaea Strings che si misurano costantemente con la parte più contemporanea ma anche più comunicativa del panorama musicale internazionale, generando un programma originale e intenso incentrato sulla forza data dall’apparente diversità dei generi e la loro compene


IL CANTO SEGRETO DEGLI ALBERI

Francesca Breschi: voce, organo indiano, santour, tamburo a cornice, castañuelas

Progetto di Francesca Breschi e Andrea Felli
(work in progress)

L'albero centenario affonda le sue radici inel terreno, profonde e larghe.
Il suo tronco è solido, robusto e nodoso.
Sostiene la chioma ampia, protesa verso l'infinito.

Come l'albero è il canto che sorge dalla terra e si protende verso il cielo.
Esso si snoda nel corso dei secoli tra i solchi tracciati dal lavoro quotidiano, dal tepore di una madre che culla il proprio figlio, dalla penombra della chiesa che trattiene le preghiere più intime e segrete, dalle pietre bollentii della miniera di zolfo, sorge dal riso della ragazza al ballo del paese, dal singhiozzo misurato e terribile della prefica, dalla spavalderia dei giovani portatori della statua del santo...

Un progetto incentrato sulla voce che percorre un repertorio antico, non databile: si scava in profondità nel canto di tradizione orale dell'Italia più nascosta nella quale troviamo brani di una contemporaneità sorprendente nei quali ci si immerge alla ricerca di quel miracolo che solo l'unione profonda fra estetica ed etica sa donarci.
La voce fa da tramite attraverso i secoli e racconta storie di uomini che dal mondo antico e quello rurale dialogano attraversando epoche diverse e intrecciano le proprie radici per costruire case centenarie...


 

 



I' PIANSI, OR CANTO
Concerto sulla lingua e la poesia italiana

Francesca Breschi - voce
Andrea Felli - pianoforte



COMBAT (duo)

 

 Francesca Breschi: voce

 Francesco Frank Cusumano: chitarre

 

In questo lavoro si snoda un pensiero sulla guerra, sul combattimento, sull’inutilità della violenza come mezzo di risoluzione di un conflitto e l’assurdità del sogno di supremazia di un popolo su di un altro.

 

Partendo da un’invocazione alla libertà data dalla consapevolezza e l’autodeterminazione di uno degli interpreti vocali più toccanti del novecento quale Demetrio Stratos, si entra in un universo parallelo dove si racconta un famoso Combattimento durante il quale la furia accecante di una guerra di religione, pone di fronte Tancredi, guerriero cristiano, e Clorinda, giovane vergine guerriera pagana.

 

Tancredi è innamorato di Clorinda ma non la riconosce e la rincorre fino a quando, sfidandola in un sanguinosissimo duello, non ha la meglio su di lei. Nel momento supremo della morte egli le sfila l’elmo e, mentre Clorinda spirando pronuncia parole di perdono, la riconosce inorridendo del suo gesto.

 

La narrazione cantata continua con considerazioni sulla guerra di Tripoli; con lo scempio compiuto dalle truppe napoleoniche in un’antica Corsica; attraverso le note parole di un giovanissimo Bob Dylan; fino ad arrivare alla guerra etnica che ha sterminato il popolo Armeno; con la figura di un partigiano descritta da Cohen mentre in Portogallo si canta la Rivoluzione dei Garofani...

 


ANGHELOS

Cap. I - L’Angelo senza fortuna

di e con
Francesca Breschi & Ongaku aka Andrea Ferrara


(da un’idea originale di F.Breschi)
progetto musicale e scrittura scenica Francesca Breschi

composizione | voce live | sovraincisioni | testi: Francesca Breschi
live electronics | composizione:  Ongakuaw aka Andrea Feerrara
voce registrata: Elio de Capitani


una produzione FESTIVAL MILANO OLTRE, NEXT-oltre il Palcoscenico

Durata: 45’

Da un ambiente dove tutto è in statico movimento minimo e dove l’immenso vuoto cosmico è riempito solo da traiettorie circolari che si ripiegano su sé stesse, viene strappato uno degli esseri laudanti che lo popolano.
A questo strano essere, né abbastanza dio, né abbastanza uomo, viene insufflato il dono della parola…
Il suono della sua voce è terribile ed è udito tutt’intorno.
Parla all’Uomo della propria Storia.
L’Uomo vi presta orecchio.
Ma arriva il momento in cui l’Uomo decide che non ha più bisogno del messaggero. Farà da solo. Leggerà per proprio conto i segni.
Il messaggero perde improvvisamente la parola.
Resta muto.
Rappresentato, descritto, implorato, raffigurato, idolatrato ma inesorabilmente muto.
Diventa così l’Angelus Novus, l’Angelo Necessario, l’Angelo Distratto, l’Angelo della Disperazione, l’Angelo Musicante, l’Angelo della Terribile Bellezza, l’Angelo del Non-Essere.
Chi dirà la Storia all’Uomo, adesso?
Chi indicherà i segni?
E’ egli muto? O semplicemente l’Uomo non riesce più a sentire la sua voce?
E’ muto o sta solo parlando in una lingua sconosciuta, incomprensibile?
Ma la storia nuova che l’Angelo cerca ancora inutilmente di sussurrarci all’orecchio non avrà forse, come scrive Heiner Müller, solo il volto del futuro che non conosciamo?
Sullo sfondo, a scandire il tempo della Storia, la presenza costante e immobile del Muro di Berlino, fino al suo crollo.

Da queste domande parte  questo lavoro tutto incentrato sulla voce per cui vengono utilizzati diversi linguaggi, dalla sovrincisione delle varie voci al live electronics, alla recitazione, alla forma canzone, all’utilizzo di loop elettronici. I materiali di partenza sono anch’essi di varia natura: da frammenti di antichi modi dal Laudario di Cortona, della Chiesa Giacobita e Greca e di un madrigale di Gesualdo da Venosa a invenzioni e sperimentazioni vocali che aprono a timbriche non usuali, così come l’utilizzo di voci esterne pre-registrate e montate e  voci provenienti da archivi del passato (come quella del castrato Moreschi). Tutto il lavoro si basa su materiale letterario esistente (Antico Testamento, Heiner Müller, Walter Benjamin, Wallace Stevens, Rose Ausländer, Wim Wenders, Rainer Maria Rilke, Tony Kushner). Il titolo deriva da due lavori di Heiner Müller (L’Angelo senza fortuna del 1958, e L’angelo senza fortuna 2 del 1989), che danno il primo l’avvio allo svolgimento del tema e il secondo la chiusura del lavoro, ponendo una domanda, contemporaneamente collettiva e personale, che rimane aperta.

Un ringraziamento a Elio de Capitani, Cristina crippa, Luca Scarlini, Mariangela Serra, Giovanni Franzoni


CUNDU LUNA VINI ovvero Venezia, il mediterraneo, le canzoni, gli animali...


progetto di e con Francesca Breschi

da un'idea originale di David Riondino


Cundu Luna Vini (Quando viene la luna) è uno spettacolo-recital costruito intessendo tra loro canzoni e testi dove la parola cantata lascia il posto a quella parlata e viceversa.
I testi tracciano un percorso di intimità ed esterni, un sottile itinerario mentale e bio-geografico che occasionalmente si reca in lontane periferie per aiutare, al suo rientro, a mettere un tassello in più; per aiutare a ricordare; a ricordare che non si deve dimenticare e ad accettare l’ineluttabile ciclicità del tempo che torna quando viene la luna.
Venezia è città di memorie antiche, città di mare, dove etnie e culture differenti si mescolano e si confondono tra di loro o con un mondo animale a volte reale a volte scolpito sopra antichi muri.
Venezia rappresenta la metafora della mia esperienza artistica, esperienza cosmopolita, però sempre legata alle tradizioni etniche dell’area mediterranea.
Venezia presta il suo volto: ognuno ne ha, nel profondo, una propria immagine unica ed irripetibile. Le sue acque in moto perpetuo danno un ritmo surreale alla nostra vita, al tempo: ambiente ideale della mente, dove tra canto e parola, si ragiona di altre dimensioni. Un vai e vieni fra tradizionale e colto, canti popolari e canzoni d’autore, passato e presente, e lì, nel punto d’incontro, dimoro.

Brani di: N. Rota; J. Brel; D. Riondino; N. Gatsos, M. Hadjidakis, N. Piovani; D. Fo, E. annacci; F. Fortini, F. Carpi; A. Piazzolla; G. Marini; tradizione orale italiana.

Citazioni da: Leonardo da Vinci; Rehinaldo Hahn; Jean-Didier Vincent; Guillaume Apollinaire; F. G. Lorca; J. Ruskin; Giacomo Casanova; G. Trekl; J.L.Borges

CANTI MOLESTI (Il Combattimento di Tancredi e Clorinda)


PROGETTO SPECIALE PER FABBRICA EUROPA 2004

Uno studio musicale per il teatro
di Francesca Breschi e Adolfo Broegg


Racconto musicale
Su un piano ideale di ascisse e ordinate viene collocato un bagaglio sonoro e musicale che crea un reticolo d'incroci possibili che partono dal secolo XIV fino ad arrivare al rock progressivo e quello più ù contemporaneo, toccando il mondo di tradizione orale di culture che si affacciano sul mediterraneo, passando attraverso le più nuove sperimentazioni elettroniche, con incursioni nella parola "detta", cercando di trovarne la specifica peculiare sonorità.

La risultante di questo incrocio di fattori diversi è un nuovo idioma, persolane, che usa giochi di ribaltamento e disorientamento, in cui la voce si vuole porre senza confini prestabiliti, non vuole più avere una connotazione rassicurante, ma entra come elemento fortemente emotivo a scuotere sé stessa e l'ascoltatore, a tratti legata alle riflessioni più intime e personali, oltre ad un pensiero più ampio, collettivo ed urgente.


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